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Aida, figlia di due mondi. Una rassegna sul cinema egiziano contemporaneo.

8 Aprile 2022 - 29 Aprile 2022

Il recente cinema egiziano – continuando ad affermare una sua centralità nel panorama filmico del mondo arabo e, pur nelle differenze rispetto al suo passato, un legame con la sua storia iniziata con gli albori della settima arte oltre un secolo fa – esprime una pluralità di sguardi nel descrivere la società contemporanea dell’Egitto, la lotta per i diritti iniziata nel 2011 con le manifestazioni di piazza Tahrir, i soprusi e la repressione del regime verso il popolo, così come storie più intime, familiari, che pongono in primo piano donne e uomini narrati nella loro quotidianità. Le proiezioni saranno introdotte dal critico e esperto di cinema egiziano Giuseppe Gariazzo che si potrà confrontare con ospiti, come i registi Yousry Nasrallah e Samaher Alqadi che si ha intenzione di invitare, e esperti della storia e politica di quell’area geografica, come il giornalista Massimiliano Quirico ed Enrico Ferraris, curatore della mostra “Aida, figlia di due mondi”. SOUAD di Ayten Amin (Egitto-Tunisia-Germania 2021, 96’) (riserva) Opera seconda della regista egiziana nata a Alessandria nel 1978. Tra la cittadina di Zagazig sul Delta del Nilo e la metropoli Alessandria. Una famiglia. Due sorelle, Souad e Rabab. La prima, 19 anni, religiosa, porta il velo, ma è attratta dalle tante vite da inventare, soprattutto sui social. La seconda, più giovane, diventerà il personaggio ‘principale’ dopo il suicidio della sorella, indagando la sua vita e incontrando quello che per Souad era il suo fidanzato, Ahmed, un influencer. La lunga giornata passata a Alessandria con Ahmed servirà a Rabab per parlarsi, conoscersi, comprendersi, crescere.

Il film è segno di un cinema egiziano ‘periferico’, con interpreti freschi, genuini (non professionisti), e personaggi abitati da contraddizioni, descritti ricorrendo all’uso della camera a mano. AS I WANT di Samaher Alqadi (Egitto-Norvegia-Francia-Palestina-Germania 2021, 88’) Opera d’esordio della regista palestinese con studi al Cairo che in questo documentario esplora la rivoluzione egiziana attraverso le donne che l’hanno fatta pagandone spesso un grave prezzo per le violenze subite. Comincia tutto al Cairo il 25 gennaio 2013 quando si verificano diverse aggressioni sessuali in piazza Tahrir nel secondo anniversario della rivoluzione. A seguito di ciò una massa di donne si riversa nelle strade per protestare. Alqadi inizia a documentare la crescente ribellione delle donne in Egitto, mentre questo momento coincide con la sua gravidanza e quindi anche con un momento di riflessione personale sul ruolo di madre e donna e sul rapporto con la propria madre. Un documentario con un forte intento di denuncia sociale attraverso la voce di una donna in un paese in cui il genere femminile continua a essere ostracizzato. Un film importante per il suo valore politico e perché la regista sa mettersi in gioco fisicamente e culturalmente riflettendo sulla violenza di una società maschilista. Da qui inizia un percorso e una sfida pericolosa ma necessaria. CLASH di Mohamed Diab (Egitto-Francia-Germania 2016, 97’) Opera seconda del regista egiziano.

Il Cairo. Estate 2013. Due anni dopo la rivolta popolare che portò alla fine del regime di Hosni Mubarak e all’indomani della destituzione del presidente islamista Mohamed Morsi. Un furgone della polizia, vuoto, è fermo in una strada. Nel giro di poco tempo si riempie di persone arrestate, mentre all’esterno gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine sono sempre più violenti. Nel blindato, che intanto inizia a muoversi per portare in prigione i detenuti, sono costretti a convivere uomini e donne di diversa estrazione sociale, politica, religiosa. Quel luogo chiuso diventa un microcosmo che sintetizza la complessa situazione dell’Egitto. Fra i reclusi ci sono un giornalista egiziano-americano e un fotografo freelance che lavora con lui; una donna che salta sul furgone quando marito e figlio vengono arrestati e che soccorre coloro che saranno feriti durante il tragitto; una giovane velata, che stava dimostrando con l’anziano padre. Nel gruppo ci sono laici e sostenitori dei Fratelli musulmani, questi ultimi divisi a loro volta in fazioni. Anche all’esterno i poliziotti divergono sul modo di condurre le operazioni. Ormai fuori controllo, il blindato raggiunge uno spiazzo e quasi si rovescia. Il caos domina in un crescendo di anarchia, in un feroce assalto notturno, dove tutti sono contro tutti, sul quale termina il film, che non prende posizione, mettendo in scena la confusione che domina un paese intero.

BROOKS, MEADOWS AND LOVELY FACES di Yousry Nasrallah (Egitto 2016, 115’) È in corso una festa che raduna i personaggi dei quali poi, scena dopo scena, si conosceranno le storie e le relazioni; una festa in attesa del suo culmine, il discorso di un uomo la cui posizione sociale è stata determinata anche dai suoi rapporti con il potere ma che in quel frangente si sente a disagio. Cosa accadrà? Nasrallah interrompe lo sviluppo degli eventi e indietreggia, pur se di poco, “un mese prima”, per descrivere, con quell’andamento sontuoso che non abbandonerà mai, gli antefatti e quindi, verso la fine, ricollegarsi ai festeggiamenti mostrati all’inizio e, da lì, congegnare l’inatteso e liberatorio finale. (verificare trama film).

Date
venerdì 8 aprile 2022
venerdì 15 aprile 2022
venerdì 22 aprile 2022
venerdì 29 aprile 2022

Orari
Vedi programma

Dettagli

Inizio:
8 Aprile 2022
Fine:
29 Aprile 2022
Categoria Evento:
https://cinemaromanotorino.com/?msclkid=9f9ce129a39e11ecb3745ef8e6614d82

Organizzatori

Università degli studi di Torino – UniVerso
A.I.A.C.E.

Luogo

Cinema Romano
Galleria Subalpina, P.za Castello, 9
Torino, 10124
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Telefono:
011 562 0145
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